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Roccabruna

Area archeologica del Monte Rocceré

RocceréA seguito di un sopralluogo approfondito sul versante sud
del monte Rocceré, in località Roccias Fenestre, il 10 agosto 1991,
a cura di Riccardo Baldi, veniva scoperto il più importante sito
di arte rupestre presente nel Piemonte occidentale.
La notizia del ritrovamento venne resa nota nel luglio del 1993,
tramite la pubblicazione scientifica "Survey" n°7-8
del Centro Studi e Museo d'Arte Preistorica di Pinerolo.

Innumerevoli leggende e la presenza di migliaia coppelle scolpite da antichi uomini-cacciatori
durante probabili riti propiziatori conferiscono un alone di mistero alla vetta del Roccerè.

Attorno alla sommità del Roccerè, su molte rocce pianeggianti o leggermente in declivio, soprattutto
su quelle aggettanti verso il versante meridionale risaltano evidenti delle incisioni arrotondate
di dimensioni da 5 a 20 cm e con profondità variabile. Peccato che alcune sono state ridimensionate
dal tempo per lo sgretolarsi superficiale delle rocce e che le possibili pitture rupestri che ne congiungevano gli enigmatici disegni sono state rapidamente cancellate dalle acque meteoriche.

example graphicLe coppelle sono delle incisioni diffuse dal monte Roccerè fino
al Birrone, comprese fra i 1800 e i 2000 m di altitudine. Sono
ben definite e più numerose là dove la roccia è più compatta,
formando dei chiari disegni (alcuni antropomorfi, altri legati
a delle costellazioni celesti, ma molti dal significato non ancora interpretato). Sono frequenti in tutto l’arco alpino occidentale
e ne possiamo trovare molte anche in altre località della Valle
Varaita e Po (Pian Munè e Monte Bracco su tutte) a nord;
ritrovamenti sono stati effettuati anche in Valle Grana e Stura a sud.

La leggenda

Alla base dei torrioni sommitali del Roccerè è facile incontrare ampi antri cavernosi, sicuramente
utilizzati come riparo e luoghi magici dagli antichi abitatori della montagna, soprattutto quando
dal loro interno sgorgano delle fonti d’acqua: una di queste grandi aperture, ben visibile sul versante ovest, dà il nome a questo versante, noto come “roccio fenestre”, ossia Rocca della Finestra.

La tradizione popolare vedeva invece nei cupi e timorosi anfratti i luoghi in cui i sarvanot andavano
a dormire durante il giorno, aspettando la notte per scendere nei boschi e fare ogni sorta di scherzi
e dispetti agli abitanti delle numerose borgate di Roccabruna: impedivano al latte di cagliare,
se ne mangiavano la crema, svegliavano i dormienti con rumori strani e spaventosi, scompigliavano
le matasse di filo alle tessitrici, riempivano di fumo le cucine.

Itinerari Naturalistici

Fonte:
www.roccere.it
www.comune.roccabruna.cn.it

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