Cultura e Tradizioni

croce occitanaIn Valle Maira ancora oggi si parla la lingua occitana-provenzale:
lingua romanza, definita per la prima volta come tale da Dante Alighieri
nel De Vulgari Eloquentia insieme all’italiano e al francese.
È riconosciuta in Italia come lingua minoritaria dal 1999.

mascha e sarvanotQuesto territorio non ha mai conosciuto unità politica e non si è
mai costituito come autonomo. È quindi caratterizzato soltanto da
una lingua e da una cultura comuni: in Valle Maira, come in tutto
il territorio occitano, sono numerosissime le leggende e le tradizioni
orali
, raccontate proprio nel dialetto locale. Narrano di Masche,
streghe buone, e di Sarvanòt, strani personaggi in parte uomini e
in parte animali, che animano i boschi e allietavano o spaventavano
le lunghe sere invernali che gli abitanti delle borgate passavano
insieme nelle stalle per rigenerarsi dal freddo e dal duro lavoro.

PrazzoOsservando con attenzione l'architettura della valle si ha l'impressione
di accostarsi ad una varietà formale di estremo interesse, che assume
connotati specifici a seconda degli ambiti geografici, altimetrici,
culturali e sociali, ma più ancora ad un linguaggio in cui coesistono
modelli che si rifanno all'architettura disegnata, più rappresentativa,
insieme con soluzioni diffuse e adattate alle esigenze dell'abitare in
montagna. Le variazioni costruttive trasmettono però nel complesso un'immagine forte, compatta,
per certi versi refrattaria alle variazioni degli ultimi decenni
, riflesso di una identità chiara che,
specie per l'alta valle, non può non essere letta se non attraverso la lente della storia di questi posti.

pittura medioevaleVisitando la valle Maira, si rimane sorpresi dal numero
di testimonianze artistiche presenti sul suo territorio, la maggior
parte delle quali risale al Medioevo. La valle fu soggetta
al Marchesato di Saluzzo, questo aspetto influì notevolmente
sullo sviluppo e sulla diffusione delle arti, la vicinanza culturale
al Midi francese e alle corti dei signori d'oltralpe inoltre contribuì
a diffondere lo spirito della civiltà cavalleresco-cortese, retaggio
della grande epoca trobadorica, di cui anche la corte dei
Marchesi di Saluzzo era impregnata.

In Val Maira il sacro si unisce al profano con svariate feste tradizionali come le Baìas, i carnevali
e le Barbòiras. I carnevali alpini affondano infatti le loro radici nel medioevo, come momenti di sfrenato rovesciamento delle consuetudini e dei ruoli sociali, legati ai cicli delle stagioni.

Bibliografia:
Guida "Valle Maira" - Mario Cordero e Milli Chegai - Le guide dell'Arciere
Guida "Val Maira" - +eventi

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